Zio Federigo da giovanotto

Zio Federigo: il custode dei treni e della memoria familiare

Lo zio Federigo, uno dei due fratelli di mia mamma Anna, era il fratello maggiore, una figura imponente e rispettata nella nostra famiglia.

La sua vita è stata dedicata alle Ferrovie dello Stato, dove ha ricoperto il ruolo di capo tecnico. Con grande competenza e dedizione, si occupava del collaudo dei treni e delle carrozze, un lavoro di enorme responsabilità. Lo zio Federigo non era solo un esperto nel suo campo: era anche un uomo fiero del proprio mestiere, un esempio di professionalità e passione.

Ricordo ancora con emozione le visite che gli facevo. Mi accoglieva sempre con il suo sorriso caloroso, e poi, con un entusiasmo contagioso, mi raccontava i dettagli del suo lavoro. Parlava dei treni come se fossero creature viventi, ognuno con la propria storia e la propria personalità.

Mi spiegava come ogni collaudo fosse fondamentale per garantire la sicurezza di migliaia di persone, e nei suoi occhi brillava l’orgoglio di chi sa di contribuire a qualcosa di grande. Lo zio Federigo era un vero custode delle ferrovie, un uomo che aveva fatto della precisione e della passione i pilastri della sua vita.

Nella vita privata, lo zio Federigo era altrettanto straordinario. Sposò la zia Angiolina, una donna dolce e premurosa, e insieme costruirono una famiglia piena d’amore. I loro figli, Lucia e Daniele, sono la testimonianza vivente dei valori che lo zio ha trasmesso: il rispetto, la dedizione e il senso del dovere.

Zio Federigo aveva anche un profondo legame con la nostra storia familiare. Anni fa, mi consegnò alcune fotografie di famiglia, immagini che custodisco come tesori preziosi. Quelle foto raccontano momenti di vita, frammenti di una storia che lo zio voleva tramandare. La sua volontà di preservare la memoria familiare era tanto forte quanto il suo impegno sul lavoro.

Guardando quelle foto, mi sembra di sentire ancora la sua voce, il rumore dei treni e la passione con cui parlava del suo lavoro. Lo zio Federigo non era solo un uomo delle ferrovie; era un pilastro della nostra famiglia, una presenza rassicurante e indimenticabile.